La fabbrica che non c’è…
Il 12 febbraio 2013 si è tenuto il Consiglio Comunale avente come ordine del giorno:
“La Situazione dello stabilimento Lucchini“.
Un Consiglio Comunale che ha visto la partecipazione del Commissario Straordinario Piero Nardi, nonché delle associazioni sindacali e di categoria.
Spiccano tra le tante presenze, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e Gianfranco Simoncini, Assessore alle attività produttive, lavoro e formazione della Regione Toscana.
Il MoVimento Cinque Stelle Piombino, visto l’interesse pubblico del tema trattato, aveva proposto all’amministrazione comunale e alle confederazioni sindacali, di impegnarsi affinché il Sindaco potesse individuare, in maniera straordinaria (caso contemplato dall’art. 6 dello stesso Regolamento Comunale), uno spazio pubblico idoneo ad ospitare il Consiglio Comunale stesso. Le associazioni Sindacali, dal canto loro, avrebbero dovuto agevolare tutti i dipendenti Lucchini per permettere loro di partecipare.
La nostra proposta non è stata presa in considerazione, completamente ignorata e disattesa.
La drammaticità della situazione che stiamo vivendo oggi non è una novità e sicuramente non lo era per alcuni lavoratori dello stabilimento di Piombino che, autonomamente, in occasione dell’evento sportivo dei Campionati Europei di Nuoto, svolti a Piombino nel mese di settembre scorso, sentirono la necessità di far emergere il loro dramma attraverso uno striscione che recitava una scritta inquietante: ” voi nuotate e noi si affoga“.
In tutto questo periodo si è cercato di prendere tempo, di spettacolarizzare e cavalcare anche il dramma, simulando gesti dal carattere folkloristico, salite sul tetto, telefonate di speranza all’onorevole Bersani, ecc… Veri e propri spot elettorali, fino a giungere a metà dicembre, quando è stata proposta alla cittadinanza, sempre più allarmata, l’unica via di uscita per Piombino: “il Commissariamento”.
Le parole del Commissario Nardi hanno descritto in maniera chiara la reale situazione dello stabilimento.
Il MoVimento Cinque Stelle Piombino, che si prefigge di garantire la libera informazione, ha voluto partecipare al Consiglio Comunale, preferendo evitare facili polemiche nei confronti di un sistema politico locale che in tutti questi anni non è stato in grado di creare una diversificazione territoriale, magari invitando a Piombino altri piccoli imprenditori industriali, procedendo invece verso la consegna delle chiavi della città, e di tutta la Val di Cornia, ad un’unica multinazionale, accolta con entusiasmo.
Noi del MoVimento Cinque Stelle Piombino ci limiteremo a proporvi una sintesi dettagliata dell’intervento del Commissario Nardi in Consiglio, affinché Piombino possa rendersi conto di quali sono ad oggi le condizioni dello stabilimento Lucchini.
Il commissario Nardi ha preso la parola per primo, subito dopo l’introduzione del Sindaco Gianni Anselmi. Nardi ha subito mostrato un certo disappunto per il fatto che il suo intervento sia stato inserito ad apertura dei lavori.
Queste sono le sue prime parole:
“L’amministrazione straordinaria è un fallimento, l’azienda Lucchini, è un azienda fallita”…
Una frase pronunciata senza tentennamenti di voce, che gela i presenti, una frase non pronunciata per spaventare chi ascolta, ma per mostrare realmente quale sia la condizione dello stabilimento ad oggi.
Il 21 dicembre, con la sua nomina a Commissario Straordinario, si contribuisce a creare il fallimento di Lucchini.
Questa situazione comporta secondo Nardi una violenta ricaduta sul territorio, in termini di imprese che fino ad oggi hanno fornito servizi e prodotti e che non verranno pagate, fino a che non si provvederà alla ripartizione dell’attivo, qualora ve ne sia, e questo comporterà una ferita forte sui creditori.
Nardi continua, spiegando che il ruolo di Commissario Straordinario, del quale è stato incaricato, prevede il dovere di tentare il mantenimento in vita dell’azienda e il restauro. Questo doppio compito comporterà l’assunzione di decisioni che dall’esterno sembreranno contrarie all’economia del territorio. Si riferisce in primis a tutte le ditte sub-appaltatrici che sono rimaste intrappolate nella “tagliola dell’amministrazione straordinaria” e, in secondo luogo, all’impossibilità di assumere personale, a causa di un vincolo imposto dall’amministrazione controllata.
L’azienda ha quindi ripreso l’attività produttiva, potendo vantare un valore qualitativo del prodotto, impianti, terreni e capacità lavorative che le permettono di rimanere sul mercato.
Il compito dell’amministrazione straordinaria sarà quindi quello di mantenere un’attività produttiva consona a preservare il valore dell’azienda e assicurare ai lavoratori l’impiego per tutto il periodo di durata della stessa amministrazione.
Nardi continua, specificando che il Commissario non è il rappresentante degli azionisti e neanche delle banche, bensì è il curatore degli interessi dei creditori ed è il collegamento tra il territorio e il governo.
Nardi si mostra soddisfatto di aver superato il difficilissimo momento in cui sembrava che l’altoforno non riuscisse a ripartire, evento che, se si fosse materializzato, non avrebbe permesso di garantire quella proroga di tempo necessaria per provare a trovare una soluzione.
Si mostra inoltre contento di aver ripreso possesso di alcuni spazi commerciali sul mercato europeo, permettendo di accaparrarsi ordini per un paio di mesi. Inoltre dà notizia dei contatti presi con le Ferrovie dello Stato Italiane, disponibili a valutare l’acquisto di possibili commesse.
Tutto ciò si svolge nell’intento di recuperare utili, che permettano di allungare di qualche mese il tempo a disposizione, rendendo più appetibile la vendita dello stabilimento.
Nardi conclude il suo intervento sottolineando ancora una volta che la dimensione del problema è una dimensione che richiede in maniera unitaria l’apporto di più soggetti: azienda e amministrazione comunale, forze politiche e sindacali, collegandosi in aggiunta alle istituzioni locali, regionali, governative ed europee.
L’aiuto non arriverà dalle banche, che hanno già lasciato sul tappeto un credito nei confronti dell’azienda di 700 milioni di euro, né dal Governo, almeno finché non sarà chiaramente predisposta una linea d’intervento a livello europeo.
Lucchini d’ora in poi riuscirà a rimanere in piedi soltanto attraverso i pochi fondi rimasti nelle casse dell’azienda. La fabbrica, per citare le parole di Nardi, “sta viaggiando a vista, giorno per giorno, cercando di consumare il meno possibile…”.
Noi del MoVimento Cinque Stelle Piombino ci auguriamo di arrivare ad un doppio appuntamento: la predisposizione di un piano industriale di tipo nazionale e la ricerca di un imprenditore siderurgico serio, pronto a rilevare l’azienda, a cui purtroppo sono state tagliate braccia e gambe, smantellata pezzo dopo pezzo.
Per poter dare nuovamente linfa vitale alla fabbrica è necessario che Lucchini si integri in un sistema industriale più ampio, ma per giungere a questa soluzione è necessario altresì tempo, il tempo che il Commissario Nardi dovrà impegnarsi a trovare.
Il Consiglio Comunale ha partecipato alla discussione con interventi vaghi e generici, riferendosi alla crisi, senza proposte concrete, con il linguaggio tipico del politico di professione, che sa tanto parlare e poco agire.
MoVimento Cinque Stelle Piombino
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