La Nave Concordia nel porto di Piombino
La discussione in atto nella città, relativa allo smantellamento della nave Concordia, rischia di confondere, in una massa indistinta, questioni molto diverse fra loro, sull’onda delle procedure d’emergenza. Il M5S Piombino non è presente nelle “stanze dei bottoni” di alcuno dei soggetti che ricoprono ruoli chiave in questa vicenda, perciò con senso di umiltà e responsabilità, ribadiamo la nostra piena convinzione che i processi partecipativi, per essere capaci di produrre posizioni libere da condizionamenti, devono fondarsi su una piena informazione, che ad oggi ci sembra essere sostituita dalla politica degli annunci.
Non ci accontentiamo di rappresentazioni a tesi, che ci porterebbero ancora una volta ad aderire a scelte fatte solo su basi emotive o sulle sperate (tutte da verificare) ricadute occupazionali e infrastrutturali per il nostro territorio o su paure e denunce (anch’esse da verificare) per irreparabili danni ambientali.
A tale proposito ricordiamo l’acritica scelta di sostenere prima l’affare “fanghi di Bagnoli“, poi la trasformazione della superstrada colpevolmente concessa per fare di un’infrastruttura pubblica un’autostrada a pagamento, ma con l’aspettativa (falsa) di vedere realizzata la 398 fino al porto di Piombino con soldi della SAT.
Sarà nostra cura pretendere risposte dai soggetti istituzionali, imprenditoriali e associativi su alcuni punti determinanti:
1) Vi è l’esistenza di un piano di sviluppo e sfruttamento concreto a lungo termine delle infrastrutture portuali che verranno costruite, oppure al termine dello smaltimento della Concordia sarà tutto abbandonato con fiumi di danaro pubblico spesi inutilmente?
2) Tale smantellamento, porterà lavoro ai disoccupati piombinesi in generale e nello specifico ai neo disoccupati Lucchini? E per quanto tempo?
3) Con quale prospettiva di utilizzo futuro sarà costruita questa struttura?
4)Inoltre tale progetto solleva un dubbio: potrebbe essere questa la realizzazione di un’idea, più volte sentita, di creare un bacino di ormeggio per super carboniere in previsione di una riconversione della centrale ENEL a carbone?
Infine vorremmo avere chiarimenti su alcuni punti:
- Effettiva possibilità e garanzie rispetto alla sicurezza (ambientale, movimento navi) dell’intervento del “rifiuto speciale” Concordia.
- Valutazione da parte di organi terzi dell’impatto ambientale e sull’economia della zona, non solo industriale ma turistica.
- Tipologia e metodologia nell’attribuzione degli appalti.
- Tutele per i lavoratori coinvolti: da inquadramenti, contratti, atti volti a garantirne occupazione e sicurezza (troppo spesso la fretta ha prodotto effetti devastanti).
- Tipologia ed entità degli eventuali escavi necessari. Come e da chi verranno fatti? In che tempi? Con che sicurezza?
- Quali opere infrastrutturali sono strettamente necessarie per accogliere la Concordia, quali invece sono finalizzate a dotare il porto di nuovi strumenti?
- Su quali analisi dei volumi di traffico intercettabili si fonda l’ipotesi di dotarsi di nuove infrastrutture?
- Quanti soldi pubblici verranno impegnati, da quali capitoli di spesa e da quali soggetti? Quanti soldi vengono dai soggetti privati?
- Esistono porti che garantiscono migliori tutele e garanzie a costi minori?
Le valutazioni sono di varia natura e la fretta può essere pessima consigliera.
Concludendo, per quanto riguarda la valutazione da parte di organi terzi sull’impatto ambientale sull’economia e sul turismo, è noto che WWF, Marevivo, e Greenpeace, nonostante da molti anni sia in discussione il progetto di adeguamento del Porto di Piombino e nonostante l’esistenza di un progetto di aumento dei fondali sino a 15 metri, dichiarano che i fondali limitrofi al porto hanno attualmente una misura ben più alta dei 15 metri e che già è stato bocciato un progetto per la realizzazione di un canale di accesso che avrebbe comportato un importante escavo di sedimenti, che ai sensi di legge costituiscono un rifiuto speciale o comunque un rifiuto pericoloso per l’alta presenza di metalli pesanti e sostanze chimiche. Inoltre risolto il problema dell’accesso della nave a Piombino non è ancora chiaro quali saranno le modalità di esecuzione e soprattutto quali saranno i soggetti che si occuperanno dello smaltimento del materiale della nave stessa, non essendo Piombino dotata di una piattaforma tecnicamente e tecnologicamente adeguata a tal fine. L’utilizzo degli impianti industriali esistenti, come ad esempio la Lucchini, non sembrano essere allo stato attuale conformi alle esigenze di smantellamento della Concordia, con il risultato che la nave potrebbe rimanere a lungo nel porto come monumento di se stessa; Infine l’ipotesi di sversare in mare i fanghi escavati nel dragaggio delle aree antistanti il porto di Piombino sono state già oggetto di dura polemica con il risultato finale di essere scartate per l’evidente minaccia che creavano per l’ecosistema marino, e per le attività economiche che da esso dipendono, come ad esempio la pesca e il turismo, attività quest’ultime molto praticate nel litorale toscano.
Pertanto il M5S Piombino decide di non arruolarsi a prescindere in una fazione o nell’altra, ma preferisce approfondire con attenzione un argomento così delicato per la città.
MOVIMENTO CINQUE STELLE PIOMBINO
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