Turismo e Cemento? Ma che c’entra !
Apprendiamo con estrema preoccupazione delle modifiche al piano paesaggistico proposte dal consigliere PD Matteo Tortolini. Piano che nasceva ispirato da principi condivisibili, ma che in corso di approvazione ha perso lo spirito con il quale era stato concepito, da prima con l’intento di non limitare le attività estrattive ed ora con la volontà di far proliferare le attività produttive sulla costa est. Come è sempre accaduto negli ultimi anni, queste osservazioni sono figlie di una evidente mancanza di capacità di programmazione.
Prima ancora di concepire un piano paesaggistico dovremmo avere ben chiaro quale tipo di sviluppo economico e turistico vogliamo per il nostro territorio. Permettere l’insediamento di nuove attività produttive sulla costa est è quantomeno pericoloso.
Prima di procedere in tal senso dovremmo preoccuparci di valutare la capacità ricettiva delle nostre spiagge, se è vero com’è vero che il nostro territorio ha visto ca. 900.000 presenze turistiche nel corso del 2014 (principalmente concentrate nel periodo balneare) e se è vero che nel periodo estivo le nostre spiagge sono evidentemente sovraffollate, credo che prima di valutare il potenziamento delle strutture ricettive dovremmo preoccuparci di potenziare i servizi e migliorare l’offerta ricreativa, valorizzare l’offerta storico culturale(caratteristica distintiva del nostro territorio) e migliorare la mobilità pubblica. In assenza di tutto questo corriamo il rischio di aumentare inutilmente la concorrenza con le attività già esistenti che basano la loro capacità attrattiva sul solo aspetto balneare, magari programmando l’insediamento di tali attività dove veramentemancano, ovvero in città.
Crediamo che il Turismo sia un settore con grandi potenzialità di sviluppo e ricadute occupazionali, ma proprio per questo dobbiamo concepire fin da ora un turismo basato sulle caratteristiche proprie del nostro territorio che non sono solamente le spiagge, ma anche il buon cibo, il buon vino ed i beni storico culturali, insomma un turismo da 365 giorni all’anno e partendo da questi presupposti è importante conservare adeguatamente l’ambiente ed il paesaggio. Prima di pensare a nuove attività produttive dobbiamo imparare la cultura dell’accoglienza, a garantire l’accessibilità ai servizi e soprattutto dobbiamo imparare a “raccontare” il nostro territorio.
In assenza di tutto questo, avremmo solo speculazioni edilizie destinate a fallire nel giro di pochi anni. Dobbiamo decidere chiaramente quale sia la direzione da prendere. Cosa vogliamo offrire ai turisti? Un territorio raggiungibile solo attraverso l’autostrada più cara d’Europa e dove invece mancano i collegamenti verso i siti di interesse? Un Resort da 1000 stanze accanto ad un oasi del WWF?
Anzitutto occorre avere una visione univoca e non contraddittoria di cosa fare nei prossimi 20 anni. Un caso a parte è la riconversione della centrale di Tor del Sale, questione ancora poco chiara e nella quale sono coinvolti più soggetti. In questo caso occorre concepire un piano di riconversione mirato e non omologabile con tutta la costa est, in quanto area ormai compromessa.
Attendiamo con estrema curiosità di sapere chi si accollerà il costo delle bonifiche.
MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO
Lascia un commento