Operazione “Fiato sul Collo”… Commissioni
Mercoledì 15 maggio 2013, alle ore 15.00, è convocata presso la Sala Consiliare del Comune di Piombino la riunione della II^ Commissione Consiliare, estesa anche ai presidenti Capo Gruppo, per discutere con il Dott. Monteleone, il Ragioniere Capo, la relazione dei Revisori Contabili contenente il loro parere negativo sul rispetto del Patto di Stabilità.
Alla riunione è presente anche l’Assessore al Bilancio M. Giuliani e uno dei Revisori che hanno redatto la relazione, il Dott. G. Vanni.
Come spettatori dell’incontro, oltre al MoVimento 5 Stelle Piombino, è presente un giornalista di Stile Libero.
Giuliani introduce la riunione e consente a Monteleone di illustrare tutte le sue considerazioni in merito alla relazione dei Revisori sul Rendiconto 2012.
Il dirigente ha presentato una controrelazione, in cui ha ribattuto punto su punto tutte le critiche mosse dal Collegio dei Revisori.
Le annotazioni che propone sono ovviamente di non facile e immediata comprensione per chi non è un addetto ai lavori, perciò il consigliere F. Pazzaglia, sostenuto anche da R. Gelichi, non si attarda a far notare che risulta molto complicato riuscire a seguire i ragionamenti tecnici, e soprattutto risulta impossibile valutare se tali annotazioni siano più o meno importanti rispetto alle grandi critiche mosse dai Revisori.
Monteleone tuttavia ritiene che sia doveroso nella sua posizione, poter precisare e fornire chiarimenti sulle operazioni contestate, perciò, nonostante le difficoltà oggettive, riprende la sua analisi.
Innanzitutto ripercorre quali siano i compiti e le funzioni dell’organo di revisione e sottolinea l’inescusabile ritardo con cui i Revisori hanno presentato la loro relazione. Continua poi illustrando tutti gli errori che a suo avviso sono stati compiuti nel redigere tale relazione, errori che sembrano riguardare presunti documenti mancanti, richieste d’informazioni non necessarie, applicazione di normative abrogate, inesattezze nell’ammontare dei dati prettamente contabili, ecc…
La critica principale che il Collegio dei Revisori muove nei confronti dell’Amministrazione Comunale riguarda la gestione dell’indebitamento e l’operazione che coinvolge la Società Piombino Patrimoniale. E’ stata quindi ripercorsa la storia di questa Srl, società posseduta interamente dal Comune di Piombino, dalla sua nascita nel 2006, riepilogando gli scopi iniziali per cui era stata costituita, cioè valorizzare il patrimonio immobiliare ad essa ceduto dal comune, occuparsi della riscossione dei tributi e del servizio di pubbliche affissioni.
Per acquistare i beni immobili del comune, la società aveva acceso dei mutui presso MPS e Unicredit, e per i quali il comune ricopre il ruolo di fideiussore. A causa della crisi del mercato immobiliare, la società non è riuscita a realizzare le plusvalenze sperate dalla gestione del patrimonio, perciò il comune decise di riappropriarsi dei propri beni, attraverso l’accollo dei debiti della Piombino Patrimoniale, ed eliminando la funzione iniziale di valorizzazione del patrimonio che la società possedeva.
Affinché l’operazione di accollo sia perfezionata tra le parti, il cod. civ stabilisce che “l’adesione del creditore comporta liberazione del debitore originario solo se il creditore dichiara espressamente di liberarlo, (…) altrimenti questi rimane obbligato in solido col terzo”.
Monteleone mostra quindi la lettera con la quale sia il Comune, sia la Società, hanno notificato alle due banche interessate (MPS e Unicredit) la richiesta di aderire all’accollo, con liberazione della Società Piombino Patrimoniale.
Ad oggi, nessuna delle due banche ha ancora risposto alla richiesta, perciò il Comune ha intrapreso con la Società il cosiddetto “accollo interno”, con il quale si realizza l’assunzione del debito in senso puramente economico, non modificando l’obbligazione originaria, ma soltanto provvedendo ad anticipare all’accollato i mezzi occorrenti all’adempimento, rimborsandogli le somme pagate a tal fine. Risponde così dell’eventuale inadempimento alla sola Società Piombino Patrimoniale e non anche verso le banche, rimaste del tutto estranee a tale accordo.
A sostegno della sua tesi, Monteleone fornisce gli estremi di una sentenza della Corte di Cassazione (Sez. II, del 20 settembre 2002, n. 13746) in cui si affrontava una situazione analoga.
Questa è dunque la motivazione con cui il dirigente comunale giustifica il pagamento delle rate del mutuo contratto dalla Srl partecipata e il motivo per cui tali passività non sono state inserite tra i mutui passivi, ma soltanto nelle obbligazioni pluriennali.
Noi del MoVimento 5 Stelle Piombino, di fronte alle spiegazioni contabili e giuridiche, ad onor del vero molto precise e dettagliate, da parte del dirigente Monteleone, non possiamo in alcun modo dubitare della correttezza delle sue considerazioni, ma ci poniamo invece molte domande riguardo alle motivazioni e all’utilità di tutta l’operazione dal punto di vista politico. Non comprendiamo il perché un ente pubblico debba cedere il proprio patrimonio ad una società interamente posseduta dallo stesso, assumendo per giunta il ruolo di fideiussore dei mutui contratti da tale società per acquisire detto patrimonio, ed infine ritrovandosi nella condizione di dover riacquistare in un modo così burocraticamente macchinoso i propri beni.
Al termine delle spiegazioni di Monteleone, si susseguono una serie di richieste di chiarimento rivolte al Revisore G. Vanni, presente alla riunione e in silenzio da almeno 2 ore, soprattutto da parte del consigliere A. Trotta. Il presidente della commissione A. Fulcheris, in accordo con l’Assessore e con altri consiglieri visibilmente provati dall’ascolto del racconto tecnico di Monteleone, decide di rimandare l’intervento del Revisore ad un’altra Commissione, da convocare in data da stabilire. Trotta insiste ugualmente per ascoltare il Revisore e Monteleone lo incalza poi con alcune domande ben circostanziate, in particolar modo chiedendo di illustrare quale sarebbe stata la registrazione contabile corretta dell’intera operazione oggetto di critica.
Vanni perciò interviene brevemente, e conferma in primis tutte le osservazioni proposte nella relazione, specificando che molte delle puntualizzazioni effettuate dal dirigente non riguardano i fatti più influenti sul giudizio negativo, tutto rivolto invece all’entità dell’indebitamento e al modo in cui è stata gestita l’operazione, che, a suo avviso, risulta essere nella sostanza un acquisto immobiliare contro indebitamento. Inoltre, definisce tale operazione come un tentativo di elusione del patto di stabilità, collegando ad essa una sorta di “dolo” che ne aggrava la portata. Non risponde tuttavia alle domande specifiche di tipo contabile.
Il nervosismo sale e Fulcheris, insieme all’Assessore Giuliani, pone fine alla diatriba rimandando il tutto alla prossima Commissione, in cui si riuniranno nuovamente alla presenza dei Revisori per ascoltare con maggiore calma i dettagli della loro versione.
Apprendiamo infine che la decisione ultima sul caso spetterà entro la fine dell’anno alla Corte dei Conti, organo con cui il Ragioniere Capo e il Segretario Generale hanno già preso contatti. Se il Collegio dei Revisori dovesse avere ragione, il Comune di Piombino subirà una serie di sanzioni pesanti, che prevedono:
1. la riduzione degli importi erogati dallo Stato all’ente locale pari agli importi che eccedono i limiti del patto;
2. il divieto di ogni tipo di assunzione, anche temporanea;
3. l’impossibilità di attivare nuovi mutui;
4. la definizione delle spese correnti in misura non superiore all’importo annuale medio degli impegni effettuati negli ultimi 3 anni;
5. la rideterminazione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza, applicando una riduzione del 30% rispetto al loro ammontare.
Attendiamo quindi la pubblicazione della data stabilita per la prosecuzione della commissione che ci auguriamo sia indetta pubblicamente, data l’importanza dell’argomento e per le ripercussioni che nell’eventualità subiranno tutti cittadini.
MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO
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