Fiato sul Collo: nuova puntata della saga “Comune VS Revisori”

fiato-sul-colloIl 28 maggio 2013 si è svolta una nuova Commissione, estesa ai capigruppo, per discutere del mancato rispetto del Patto di Stabilità da parte del Comune.

Presenti, oltre ai Consiglieri interessati, 
l’Assessore al Bilancio M. Giuliani
, il Segretario Generale M. Luisa Massai, il dirigente Monteleone, la presidente del Consiglio Comunale M. Mataloni, il Collegio dei Revisori Contabili dal 2006 al 2012 (Ballati-Pecchia-Corsi), nonché il dott. V. Rossi in rappresentanza della Società Piombino Patrimoniale.

Fulcheris introduce la discussione, riepilogando ai presenti i fatti della scorsa Commissione, cui era presente uno dei membri dei Revisori, il dott. Vanni, e dal quale ci si aspettava una replica, anziché una semplice riconferma del contenuto della relazione. Tuttavia il Collegio dei Revisori ha rifiutato di presenziare ad un’ulteriore Commissione, in quanto a loro avviso l’utilità di tale riunione è scarsa.

La motivazione della loro assenza consiste nel ritenere molto più importante la loro partecipazione in un Consiglio Comunale, in cui sono presenti tutti i consiglieri e i cittadini collegati in streaming, piuttosto che in una Commissione, che per quanto possa essere allargata, è pur sempre più ristretta di un consiglio.

Tale motivazione non sembra però essere tenuta in considerazione dai presenti, che proseguono invece criticando pesantemente il comportamento dei Revisori, ritenendolo da “stigmatizzare”. Lo afferma da prima Pazzaglia e successivamente anche Trotta e Barsotti.

Filacanapa propone poi l’extrema ratio, ovvero chiedere la revoca dei Revisori.

L’Assessore Giuliani cita addirittura un articolo del T.U.E.L., il n° 239 per la precisione, in cui si elencano le funzioni del Collegio dei Revisori (“L’organo di revisione svolge le seguenti funzioni: a) attività di collaborazione con l’organo consiliare secondo le disposizioni dello statuto e del regolamento; b) pareri sulla proposta di bilancio di previsione e dei documenti allegati e sulle variazioni di bilancio… “).

Noi del MoVimento 5 Stelle Piombino non notiamo niente di irregolare nel loro comportamento, anzi, chiedono di relazione in consiglio comunale: “attività di collaborazione con l’organo consiliare”, perciò migliore garanzia di trasparenza non esiste.

Ricordiamo inoltre che durante il Consiglio Comunale del 30 aprile, giorno in cui è stato approvato il Bilancio Consuntivo 2012, erano presenti i 3 Revisori, ma in quell’occasione non è stata dimostrata la volontà di ascoltarli, come invece traspare in questo momento, con la continua richiesta di spiegazioni. Si era presentata l’occasione di discuterne nella sede più trasparente possibile e invece non è stata concretizzata.

Ci interroghiamo sui motivi.

Checcoli risulta essere parzialmente d’accordo, stigmatizzando sì il comportamento dei Revisori, ma sostenendo anche che il comune ha affrontato il problema in modo misto, mettendo i Consiglieri nella condizione di ascoltare le tesi di Monteleone a difesa del bilancio e di leggere nel frattempo le critiche dei Revisori. Giudicare dove stia la verità, essendo totalmente ignoranti sulla materia, è impossibile.

Gelichi invece è dell’opinione che continuare a discutere del bilancio consuntivo 2012, approvato ormai nel Consiglio Comunale del 30 aprile, sia pressoché inutile. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: “Lo scopo della riunione tardiva è quello di parlare di qualcosa che è stato chiuso? E allora che senso ha parlarne? L’organo di revisione si è espresso, Monteleone si è espresso, dobbiamo capire quale sarà l’Iter che ne seguirà, quali sono le tempistiche,… A breve dovremmo approvare il bilancio preventivo, forse avrebbe avuto più senso invitare i revisori in quella sede, non adesso. Questa metodologia di confronto, prima col ragioniere capo, poi coi revisori, poi in commissione, poi un’altra commissione…. È consona??

Giuliani giustifica il percorso intrapreso per gestire il problema addossando la colpa al ritardo con cui è arrivata la Relazione dei Revisori.
Inoltre afferma che durante la precedente Commissione Trotta pose delle domande ben precise al Revisore presente, il quale rimandò la sua risposta alla Commissione successiva, ribadendo comunque ciò che era il contenuto della Relazione.

Pazzaglia sostiene l’importanza delle Commissioni, riconfermando l’erroneità del comportamento dei Revisori, che dettano legge pretendendo di relazionare solo al Consiglio Comunale.

Monteleone chiarisce che la partita non è chiusa, in quanto è necessario che il Comune certifichi lo sforamento del patto, cosa che, senza una spiegazione sulle corrette scritture contabili, non è possibile effettuare.

Il Segr. Gen. interviene per spiegare gli effetti che deriverebbero per il Comune se la Corte dei Conti si esprimesse in favore dei Revisori: le sanzioni (Legge 183 del 12 nov 2011, aggiornata con la legge di stabilita 2013) colpiranno il futuro del comune, ma non sul bilancio 2013, bensì nel 2014 o addirittura nel 2015.

Mosci infine richiede, per completare il quadro, il parere dei precedenti Revisori contabili.

Checcoli propone una riflessione di valenza politica, su cui potremmo essere sostanzialmente d’accordo, riferendosi alla causa del presunto sforamento del Patto di Stabilità, in quanto tali fondi non riguardano ad esempio il rifacimento del tetto di una scuola o di un ospedale, bensì il pagamento dei mutui della Piombino Patrimoniale. Se lo sforamento del patto di stabilità fosse avvenuto per una delle cause precedenti, ben venga. Il problema invece è che l’operazione incriminata riguarda una società che, a suo avviso, non avrebbe ragione di esistere.

Trotta domanda poi al Segr. Gen. Massai se sia corretto il comportamento tenuto dai Revisori, che inviano richieste e relazioni al solo Consiglio Comunale, e M. Luisa Massai ne conferma la regolarità, in quanto essi sono tenuti a riferirsi solo a tale organo.

Barsotti è preoccupato per le future sorti del Comune, qualora dovessero essere affrontate le sanzioni previste, ma ciò nonostante invita a mantenere la calma e non intentare azioni equivocabili, come la revoca dei Revisori dal loro incarico.

Gelichi non approva lo scopo delle Commissioni successive al Consiglio del 30 aprile, tutte incentrate sulla valutazione dell’operato dei Revisori, che forse spiega anche il perché essi continuano a non presentarsi. Se decideremo di intraprendere la via della revoca degli stessi, ognuno di noi si assumerà anche le proprie responsabilità. Lamenta infine la poca chiarezza dei documenti in sede di Consiglio Comunale, lo scarso preavviso con cui sono presentati alla discussione, la mancanza assoluta dei bilanci delle società partecipate, …

La presidente del Consiglio Comunale, M. Mataloni, propone di inviare una nuova lettera ai Revisori, in cui si chiede un ulteriore incontro, in modo da far rimanere agli atti, protocollata in archivio, la loro risposta e relativa motivazione.

A questo punto è il turno dell’ex Collegio dei Revisori. Il Dott. Pecchia premette che il loro lavoro nei 6 anni precedenti è stato portato avanti con la massima serietà e che quindi non accetta critiche in cui si afferma che i precedenti Revisori non hanno svolto al meglio il loro operato. Ripercorre poi tutta la storia della Piombino Patrimoniale, dal momento in cui essa ha acquistato i beni dal comune, fino al fallimento dello scopo per cui era stata costituita. Il problema è sorto nel momento in cui si è reso necessario effettuare l’operazione inversa, cioè il riacquisto di tali beni da parte del Comune, con il conseguente tentativo di accollo di tali mutui, ma nessuna banca ha accettato l’accollo richiesto. E’ stato perciò stipulato il contratto di accollo interno, anche se formalmente il debitore per le banche resta la Piombino Patrimoniale. Tale operazione perciò non consente di inserire le passività tra i mutui del comune, né rappresenta un’entrata di liquidità dovuta all’accensione di un mutuo. Si tratta di un acquisto di beni (con un regolare contratto, inseriti nel patrimonio del comune), contro il pagamento di tali beni a rate, inserendo una passività nel bilancio e un credito verso la società.

Unica annotazione che ci sentiamo di esprimere noi come MoVimento 5 Stelle Piombino per rompere questo quadro di perfetta rilevazione contabile, è che la società Piombino Patrimoniale è posseduta al 100% dal comune, quindi di fatto e sostanzialmente la Piombino Patrimoniale è il comune.

Pecchia conclude la sua analisi ritenendo addirittura che il sorteggio per la scelta dei Revisori sia deleterio, adducendo a motivi di lontananza e di logistica per la gestione dei rapporti. L’indipendenza a suo avviso, esiste a prescindere, per il solo fatto che i Revisori siano dei professionisti, ed in quanto tali essi svolgono il loro lavoro con professionalità, indipendentemente dal sorteggio.

Pazzaglia effettua la medesima considerazione che abbiamo espresso anche noi riguardo all’intera operazione: “quando la società ha acquistato i beni dal comune, il mutuo era intestato alla Patrimoniale ma i soldi per pagare glieli forniva il comune, poi, quando i beni sono stati riacquistati è stato stipulato un accollo interno, perciò sostanzialmente il debitore è sempre e comunque il comune. E’ questo che rappresenta l’aspetto più controverso”.

Pecchia spiega che all’inizio la convenienza dell’operazione c’era, ma che la Patrimoniale non è stata in grado di far fronte ai propri compiti, anche per colpa della crisi. Se al comune fossero stati concessi mutui per riacquistare i beni dalla società, è vero che avremmo avuto l’operazione corretta, ma è altrettanto vero che il tasso d’interesse verso il comune sarebbe stato molto più alto rispetto a quello praticato alla società, causando un grave danno economico al comune.

V. Rossi interviene per conto della Piombino Patrimoniale, affermando che la società è sempre riuscita a coprire la parte degli interessi passivi sul mutuo, mentre il comune copriva le quote capitale delle rate, tuttavia non è riuscita a sfruttare al massimo i beni ricevuti. Inoltre molti di questi beni erano pressoché impresentabili sul mercato.

Monteleone puntualizza l’aspetto contabile, chiarendo che il motivo dell’operazione di stralcio dei crediti verso la Piombino Patrimoniale, divenuti ormai inesigibili, è dovuto al rispetto dei principi contabili di prudenza. Non era più contabilmente sostenibile mantenere tra le attività, dei crediti che in realtà non saremmo mai stati in grado di riscuotere. Se il comune non si fosse avvalso della società, avrebbe dovuto contrarre un mutuo ad un tasso altissimo rispetto a quello applicato ai mutui della Piombino Patrimoniale. Sarebbe stato un suicidio economico per il comune, e probabilmente la Corte dei Conti avrebbe incolpato tutto il comune di danno erariale, chiedendo l’accollo del mutuo ad un tasso inferiore.

A questo punto la Commissione s’interrompe con la decisione di preparare una nuova lettera da inviare ai Revisori, invitandoli per un ulteriore confronto.

Alla prossima puntata…

MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO

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